Letteratura Milanese |
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Alessandro Manzoni |
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Testi (Sonetto
Beroldingheniano - 1819) I
Lingua mendace che invoca
li Dei essendo in suo cuore ateo
mitologico, tu credesti ingannate i
sensi miei con stile affettatamente
pedagogico. Del qual giammai creduto io
non avrei che mi stimassi tanto
cacologico da non discerner sensi
buoni e rei sotto il velame di
linguaggio anfibologico. Falso avvocato in fingerti
difensore per tirare in rovina il tuo
cliente: oh stelle! oh Numi! chi
vide un tale orrore ? e per tradire ancor più
impunemente pigliare un nome caro
all'alme Suore come la tua inizial
spergiura e mente. II
On badée che voeur fa de
sapienton el se toeu subet via per on
badée; ma on omm de coo, che voeur
paré mincion, el se mett anca lu, in d'on
bell cuntée |